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In Italia 7 ragazze su 10 si vaccinano contro HPV. I dati sono in calo

Infettivologia Redazione DottNet | 17/02/2017 19:06

I numeri del 2015 diffusi dal Ministero Salute confermano le ampie differenze regionali

Sono sette su dieci, e in preoccupante calo, le ragazze che si vaccinano contro il papilloma virus (HPV), responsabile di diversi tipi di tumori, in particolare di quello alla cervice uterina, di cui ogni anno in Italia sono diagnosticati 3.500 nuovi casi. A rendere noti i dati, che mostrano ampia diversità regionale, è il Ministero della Salute, che ha pubblicato sul portale l'aggiornamento delle coperture vaccinali al 31 dicembre 2015.


    Coperture in calo, quindi, come per gli altri vaccini. Nel 2014 il 75% delle ragazze nate nel 2000 è stato vaccinato con la prima dose e meno del 71% di loro con ciclo completo. Nel 2015, prendendo in considerazione la coorte delle nate nel 2001, solo il 73% ha effettuato la prima dose e il 70% il ciclo completo.

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    La copertura vaccinale media resta, si legge sul report, "discreta se si confrontano i dati con altri Paesi europei, ma ben al di sotto della soglia ottimale", pari al 95%. L'infezione da HPV è la più frequente tra quelle sessualmente trasmesse e l'assenza di sintomi ne favorisce la diffusione. Ma i rischi che comporta sono alti. E' infatti la causa del 95% dei tumori al collo dell'utero, di cui ogni anno in Italia muoiono oltre 1.500 donne.
    Dal 2007 la vaccinazione HPV è offerta gratuitamente e attivamente alle bambine nel dodicesimo anno di vita in tutte le Regioni. Tuttavia i dati evidenziano un'ampia variabilità tra le Regioni: per la coorte delle nate nel 1998, le coperture vaccinali vanno dal 37% di Bolzano all'87% di Calabria e Puglia; per le nate 2001 si va dal 36% di Bolzano all'84% della Toscana.


    "Interventi specifici sarebbero necessari in specifici contesti geografici", suggeriscono gli esperti del Ministero. Nel nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 è prevista la vaccinazione gratuita per i maschi, ma, precisa il ministero, "l'offerta attiva potrebbe raggiungere la piena operatività nel corso del 2018".

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